«Com’era mio padre?»
«Era… era un brav’uomo. Un amico come pochi altri. Leale, sincero, altruista. Forse non tutti sono così fortunati da incontrare un amico come tuo padre nella propria vita. Vedi, Harry, non ti parlo così perché non c’è più. Non sono un ipocrita, Harry. Tuo padre era un ragazzo vivace e qui a Hogwarts ne ha combinate delle belle» sorrise Lupin. «Ma tuo padre era una persona eccezionale. E per i problemi, i guai… be’, trovava sempre una soluzione».
Dopo la chiacchierata con il professor Lupin, Harry tornò in sala di ritrovo ad aspettare Ron e Hermione, fuori per la gita a Hogsmeade. Il pomeriggio non era stato tanto male, e restare col professor Lupin non fu molto diverso dal passare un po’ di tempo insieme a un amico. Il legame tra suo padre e il professor Lupin lo percepiva a pelle, e quei racconti, quei ricordi di uno dei migliori amici di suo padre, gli riscaldarono il petto di emozioni.
Ma il pensiero di un destino bieco e ostile gli baluginò alla mente come le fiammelle del camino appena acceso. La vita, fino a quel momento, gli aveva più portato via che donato qualcosa. Aveva perso tutta la famiglia, non aveva parenti, una casa, nessun ricordo di niente e di nessuno. Come se qualcuno si fosse accanito su di lui con ferocia disperazione, per lenire dolori e espiare colpe, per sfogarsi.
Pensò che, sì, magari da quel momento in poi la vita gli avrebbe riservato solo cose belle, che sarebbe stato un crescendo. In effetti, constatò, da quasi tre anni aveva un posto molto simile a una casa e una famiglia, aveva amici, affetti, piccole grandi soddisfazioni. E poteva soltanto andare di bene in meglio. Sarebbe stato così? Dopo tutti quegli orrori, davvero ci sarebbe stato spazio solo per gioia e felicità? No, no fuori da qualche parte c’era un pericoloso criminale… E Voldemort.
Soffermò lo sguardo tra il fuoco scoppiettante. Gli sembrò quasi che le fiamme rossastre formassero un volto umano che lo osservava e sorrideva…
«Ehilà, Harry, guarda qua!»
«Ciao, Harry.»
Ron e Hermione erano appena arrivati dalla gita a Hogsmeade.
«Questa busta è tutta per te, amico. Tutte roba di prima scelta presa da Zonko, il negozio di scherzi preferito da Fred e George, e ora anche da me! Dovresti vedere!»
L’arrivo di Ron e Hermione, carichi di entusiasmo per la passeggiata tra le viuzze del villaggio di Hogsmeade, fece dimenticare a Harry quei grovigli di pensiero. Ron raccontò di Zonko e di Mielanda, un negozio di dolci tra i più forniti del mondo magico.
«E c’è anche un bel posticino tranquillo dove sorseggiare Burrobirra e leggere un buon libro» disse invece Hermione.
Quando fu ora di andare a letto, i tre amici spensero il fuoco del camino. Mentre salivano le scale di pietra diretti ai rispettivi dormitori, i fili di fumo si mischiarono nell’oscurità e ai fasci di luce lunare proiettati dalle vetrate, fino a dissolversi.
Harry non riuscì ad addormentarsi subito. Nel letto, sotto le coperte, sbirciando dalla finestra della camera, ripensava alle parole di Lupin. Riprese a immaginare suo padre, mentre fuori, le sagome dei Dissennatori, sbucavano di tanto in tanto coprendo la luce della luna come enormi ombre scure sul mondo.