Nella vita, pochi sono gli amici fedeli. Quelli veri, che darebbero la vita per te, quelli che ti ammazzerebbero anche, per la smisurata voglia di difenderti e per l'immenso affetto. La fortuna di trovare e avere a fianco amici così non capita a tutti; un posto felice in cui trovare sempre aiuto e voglia di vivere.
Dedico questo racconto - che vuole anche essere una piccola celebrazione al prossimo capitolo cinematografico da domani nelle sale - a un personaggio unico. Forse quello più bello, uscito dalla fantasia di Jo Rowling: Dobby, l'elfo domestico. Un simbolo (ideale) alla fedeltà.
* * *
Si trovava nei pressi di Villa Conchiglia da solo. Era tutto così reale, ma Harry sapeva di trovarsi in uno dei suoi sogni; una nebbiolina avvolgeva ogni cosa, patinando l'aria di grigio.
Il rumore del mare era l'unico suono circostante; il resto dei suoni (il vento, gli uccelli nel cielo, l'ondeggiare degli alberi) erano isolati acusticamente, forse colpa della nebbia. Harry era tranquillo, e passeggiava attorno la villa osservando ogni particolare. Allontanandosi dall'abitazione finì per sedersi su uno scoglio, un centinaio di metri poco lontano.
Era concentrato nei suoi pensieri quando una piccola, soffocata esplosione lo fece trasalire. Da una nuvoletta di fumo alla sua destra vide sbucare una creaturina tutta orecchi e occhi e naso a punta...
- Dobby! - esclamò Harry. L'elfo fece un gran sorriso - Harry Potter, signore! -
Rimasero a guardarsi per qualche secondo senza dire una parola, poi...
- Che ci fai qui, Dobby? -
- Ci tenevo a incontrare ancora una volta Harry Potter - squittì l'elfo tutto contento. Questa volta fu Harry a sorridere, ma tristemente. - Tu sei morto, Dobby -
- Lo so, ma questo è sogno, Harry Potter. Sono morto. E' lì - disse Dobby indicando qualcosa poco lontano, vicino le radici di un albero - la mia tomba. Harry Potter l'ha scavata per me, senza magia -
- Già, ricordo - rispose Harry. "Qui giace Dobby, un elfo libero".
- Non deve essere triste, Harry Potter! Dobby è felice, Dobby è libero e sereno, ora.
- Mi fa piacere, Dobby, davvero. Ma avrei voluto salvarti. Se tornassi indietro, io...
- Su, su, Harry Potter! Va bene così. Harry Potter non deve essere triste per Dobby.
L'elfo domestico sorrise ancora, da amico caro e un po' ingenuo, sorrise a Harry. Poi senza dire una parola fece schioccare le dita, com'era suo solito. Una nuvola di fumo lo inghiottì mentre il paesaggio circostante si diradava, diventando pian piano una distesa infinita di bianco.
Il sogno era finito. Harry aprì gli occhi e, inforcando gli occhiali, si accorse di avere il viso inumidido dalla lacrime.
Sei bravissimo...mi piace pensare che hai ripreso a scrivere quel vecchio lavoro che avevi in mente...io lo spero, perchè scrivi davvero bene e sai coinvolgere il lettore.
Ciao.