Scrivere gli riusciva sempre più difficile. Le numerose trasformazioni succhiavano via quel che restava di umano, lasciando spazio ad azioni e fattezze sempre più selvagge.
Scriveva a Harry, Sirius, nascosto in un boschetto non lontano dal villaggio di Hogsmeade. Rubando l'occorrente necessario a un vecchio postino del villaggio, si preoccupava di tenere vivo l'unico ed esclusivo contatto sociale che aveva, sfuggendo per pochi istanti alla vita da belva oscura e ricercata.
Facendo attenzione a non strappare la pergamena, scriveva:
Caro Harry,
vorrei sperare che tu stia bene e che le preoccupazioni della prima prova del Torneo siano diventate certezze. Ho saputo dello scontro con lo Spinato da una chiacchierata origliata ai Tre Manici di Scopa. Fantastico, sono fiero di te! Mi dispiace soltanto non essere stato lì a tifare sugli spalti, come gli altri.
Pulì la pergamena dalla bava, si costrinse a tenere le labbra ben serrate e proseguì:
Non me la passo bene, e non posso nasconderti di essere stanco di fuggire, di essere legato alle mie fattezze animali, e più di tutto sono stanco del peso della solitudine. Non voglio darti noie, Harry, ma voglio essere sincero; per cui niente menzogne, desidero solo un rapporto costruito sulla verità, sempre, la più trasparente possibile. E' importante che tu lo sappia. Non è questa l'esistenza che vorrei - lontano da te - ma ti prometto che un giorno tutto cambierà, e non ci sentiremo più attraverso lettere macchiate di bava. Ti do la mia parola e la mia zampa!
Sirius sorrise. Un sorriso amaro, ombra della felicità. Tuttavia carico di speranza. Quando scriveva a Harry, parte della frustrazione spariva, ed era per questo che cercava di rendere quei momenti i più intensi possibili... Per dimenticare l'essere cane, e ricordare l'uomo che era.
Finì di scrivere la lettera raccontando delle sue giornate a vagabondare per Hogsmeade, cercando di tenere quanto più possibile la mano ferma sul foglio e riempire quelle ultime righe di ironia:
Sai, Harry, procurarsi il cibo non è poi così male se a sfamarti è una bella cliente della Testa di Porco. L'altro giorno ho passato la mattinata in sua compagnia. Da cane, naturalmente, ma devo ammettere che fare la parte del cucciolo abbandonato e farsi grattare le orecchie da una bella signora, devo ammettere, non è poi tanto male!
Emise un verso che risuonò tetro, nella caverna in cui si trovava assieme a Fierobecco. Lo scambiò per una risata. Infine scrisse i saluti a Harry, firmando la pergamena con la sua impronta. E un post scrittum:
Rispondi presto, appena puoi.
Felpato.
Scriveva a Harry, Sirius, nascosto in un boschetto non lontano dal villaggio di Hogsmeade. Rubando l'occorrente necessario a un vecchio postino del villaggio, si preoccupava di tenere vivo l'unico ed esclusivo contatto sociale che aveva, sfuggendo per pochi istanti alla vita da belva oscura e ricercata.
Facendo attenzione a non strappare la pergamena, scriveva:
Caro Harry,
vorrei sperare che tu stia bene e che le preoccupazioni della prima prova del Torneo siano diventate certezze. Ho saputo dello scontro con lo Spinato da una chiacchierata origliata ai Tre Manici di Scopa. Fantastico, sono fiero di te! Mi dispiace soltanto non essere stato lì a tifare sugli spalti, come gli altri.
Pulì la pergamena dalla bava, si costrinse a tenere le labbra ben serrate e proseguì:
Non me la passo bene, e non posso nasconderti di essere stanco di fuggire, di essere legato alle mie fattezze animali, e più di tutto sono stanco del peso della solitudine. Non voglio darti noie, Harry, ma voglio essere sincero; per cui niente menzogne, desidero solo un rapporto costruito sulla verità, sempre, la più trasparente possibile. E' importante che tu lo sappia. Non è questa l'esistenza che vorrei - lontano da te - ma ti prometto che un giorno tutto cambierà, e non ci sentiremo più attraverso lettere macchiate di bava. Ti do la mia parola e la mia zampa!
Sirius sorrise. Un sorriso amaro, ombra della felicità. Tuttavia carico di speranza. Quando scriveva a Harry, parte della frustrazione spariva, ed era per questo che cercava di rendere quei momenti i più intensi possibili... Per dimenticare l'essere cane, e ricordare l'uomo che era.
Finì di scrivere la lettera raccontando delle sue giornate a vagabondare per Hogsmeade, cercando di tenere quanto più possibile la mano ferma sul foglio e riempire quelle ultime righe di ironia:
Sai, Harry, procurarsi il cibo non è poi così male se a sfamarti è una bella cliente della Testa di Porco. L'altro giorno ho passato la mattinata in sua compagnia. Da cane, naturalmente, ma devo ammettere che fare la parte del cucciolo abbandonato e farsi grattare le orecchie da una bella signora, devo ammettere, non è poi tanto male!
Emise un verso che risuonò tetro, nella caverna in cui si trovava assieme a Fierobecco. Lo scambiò per una risata. Infine scrisse i saluti a Harry, firmando la pergamena con la sua impronta. E un post scrittum:
Rispondi presto, appena puoi.
Felpato.
interessante..
Non pensavo che qualcuno, a distanza di così tanto tempo, potesse leggere e commentare questo blog. Non ci scrivo da tanto, ma l'ho lasciato pubblico...
Grazie per essere passata anche qui!
Uh... ma che bello qui! Mi ero persa parecchie cosette, mi devo rifare!!!!
Baci